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VIAGGIA LEGGERO!

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Lunedì, 16 giugno 2025

Getta sull’Eterno il tuo peso, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto sia smosso (Salmo 55:22)

Di che peso parla il nostro versetto?
Possiamo individuarne alcune componenti: un peso fisico, come la malattia o la stanchezza; emotivo, come il tradimento o la solitudine; pratico, come le responsabilità quotidiane, le crisi, le preoccupazioni per il futuro; e infine spirituale, come il dubbio, il senso di colpa, la lontananza da Dio, l’inquietudine dell’anima.

E il “peso” dell’esistenza, un carico che, se non affidato a mani più forti delle nostre, genera ansia, affanno e disorientamento, rendendo la vita faticosa e a volte insostenibile.

Nel progetto originale di Dio, la vita dell’uomo non doveva essere cosi gravosa: c’era il lavoro, ma non la fatica; la notte calava senza angosce e trascorreva senza paura, finché il peccato e la colpa non aggiunsero quella pesantezza che ancora oggi ci opprime.

Eppure, Dio non ci ha abbandonati. Nella sua misericordia si offre di alleggerire il nostro cammino: solleva chi si fida di lui, chi gli consegna sinceramente il proprio carico.

E per questo che Gesù chiama a sé tutti coloro che sono “stanchi oppressi”; ed è per questo che quei pesi Lui li ha portati sulla croce: perché noi non siamo in grado di portarli. Se non ce ne liberiamo, ci porteranno inevitabilmente a perdere il traguardo che Dio ha previsto per noi: la comunione con lui.

È chiaro, perciò, che se andiamo in giro schiacciati dal nostro peso, lo stiamo facendo per la scelta consapevole di non andare da Colui che vuole farsene carico e portarlo per noi!

Allora, perché continuare a portarlo da soli? Gettiamo con fiducia il nostro peso
sul Signore, Colui che si prende cura di noi!

“Sia benedetto il Signore! Giorno per giorno porta per noi il nostro peso, egli che è l’Iddio della nostra salvezza!”