
Lunedì, 13 ottobre 2025
“Ecco…io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi per riconoscere che io ti ho amato”(Apocalisse 3:9)
Tra le sette chiese a cui è indirizzata l’Apocalisse, Filadelfia, insieme a Smirne, riceve solo lodi, senza alcuna accusa di infedeltà o tiepidezza.
È una chiesa fedele che onora Cristo, pur senza mostrare segni di grandezza, potere o efficienza che oggi sono tanto ricercati.
Nella prima parte Gesù incoraggia i Suoi che, pur avendo poca forza, vedranno davanti a loro opportunità di servizio, di crescita e di successo spirituale: “una porta aperta”.
La chiesa è dunque chiamata a non chiudersi sulla difensiva, ma a riconoscere le opportunità e a coglierle per onorare il Signore.
Il nostro versetto descrive una “prova” che i cristiani di Filadelfia stavano vivendo per mano di alcuni che, come strumenti di Satana, complicavano loro la vita in modo ostile e doloroso.
Qui la risposta di Cristo è molto particolare: il Signore prevede e promette che coloro che li feriscono dovranno umiliarsi davanti ai Suoi discepoli e riconoscere che essi sono amati da Lui.
L’ammissione di colpa dei persecutori non sarà il riconoscere le qualità della chiesa di Filadelfia, ma il dover ammettere che essa è amata da Cristo.
Nessuna soddisfazione è concessa all’ego ferito dei credenti, né alla loro ortodossia o efficienza ecclesiastica: ciò che Cristo vuole dare come “soddisfazione” è che i nemici dovranno riconoscere che Lui li ama!
Cari amici e fratelli, possa questo testo aiutarci a ricordare che qualunque calunnia, umiliazione e difficoltà non devono mai offuscare la straordinaria verità che Gesù ci ha amato e ci ama, e che questa consapevolezza ci basti, senza ricercare l’approvazione del mondo, neppure come soddisfazione dopo aver subito offese, calunnie e persecuzioni.
Sì, perché dica il mondo ciò che vuole, insinui pure ciò che pensa… a noi basta sapere che Gesù Cristo ci ama e ha dato la Sua vita per noi!
