
Lunedì, 27 gennaio2025
Lea concepì di nuovo, partorì un figlio e disse: “Questa volta celebrerò il Signore”. Perciò lo chiamò Giuda(Genesi 29:31-35)
Lea, che era la moglie“meno amata”di Giacobbe, desiderava fortemente essere apprezzata da lui. Quando iniziò ad avere figli, sebbene fosse grata a Dio, considerò ogni nascita come un’opportunità per conquistare l’affetto di suo marito.
Quando le nacque il primo figlio, Ruben, Lea pensò: “Il Signore ha visto la mia sofferenza; forse ora mio marito mi amerà”. Poi nacque Simeone, e lei disse: “Il Signore ha sentito che sono trascurata; perciò, mi ha dato anche questo figlio”. Alla nascita del terzo figlio, Levi, dichiarò: “Questa volta mio marito sarà legato a me, perché gli ho dato tre figli”.
Ogni volta, l’enfasi è sulle sue sofferenze e sul desiderio di “conquistare” il cuore del marito.
Con la nascita del quarto figlio, però, qualcosa cambiò:Lea non fece più riferimento alle sofferenze e alle umiliazioni subite, né al desiderio di conquistare l’amore di Giacobbe, ma chiamò il bambino Giuda (che significa “lode”) e disse semplicemente: “Questa volta loderò il Signore”.
La vicenda di Lea ci fa comprendere come a volte rischiamo di “leggere” le benedizioni di Dio in maniera distorta, strumentalizzandole con spirito di rivalsa per le umiliazioni subite o per catturare l’approvazione umana, perdendo di vista il valore della nostra relazione con Lui.
Carissimi, il Signore ci aiuti a riflettere sul nostro rapporto con Lui e sulle benedizioni che desideriamo ricevere da Lui, ricordando che la vera felicità si trova nel riconoscere la Sua bontà, nel vivere in comunione con Lui e nel celebrare il Suo nome con immensa gratitudine, per tutto quello che ci ha donato in Cristo Gesù, il glorioso discendente di Giuda.