Lunedì, 17 Giugno 2024
Il Signore, Dio, mi ha dato una lingua pronta, perché io sappia aiutare con la parola chi è stanco. Egli risveglia, ogni mattina, risveglia il mio orecchio, perché io ascolti, come ascoltano i discepoli (Isaia 50:4)
Ancora una volta oggi ci soffermiamo sul testo di Isaia come nelle ultime due settimane.
Prima abbiamo osservato come il Signore Gesù è Colui che “aiuta con la parola” che è stanco e siamo stati incoraggiati a trovare proprio nella Sua Parola le forze che ci servono per servirLo.
La scorsa settimana abbiamo considerato la responsabilità che ogni credente ha di condividere la Parola di Cristo per dare sollievo agli stanchi, coraggio a chi sta venendo meno, forza a chi non ne ha più.
Quest’oggi la nostra riflessione su questo versetto sottolinea un’attitudine indispensabile per chi vuole “aiutare con la parola chi è stanco”:
essere continuamente e costantemente “in ascolto”, affinché lo Spirito Santo possa“risvegliarlo ogni giorno” per essere un vero discepolo in grado di condividere la Parola del Maestro.
Ci sono nel mondo, religioso e no, molti oratori in grado di pronunciare parole affascinanti, discorsi convincenti con argomentazioni accattivanti in grado di attrarre le persone e di dare loro un sollievo temporaneo ma che, a lungo andare possono condurli non alla fede e alla vita, ma alla rovina.
C’è un solo modo, carissimi, per “aiutare con la parola chi è stanco” ed è quello di essere sempre in sintonia con lo Spirito di Dio per parlare sospinti da Lui, per annunciare il Vangelo in maniera efficace.
Perciò chiediamo che il Signore ci aiuti a realizzare quello che fu promesso al profeta:
Ma quando io ti parlerò, ti aprirò la bocca, e tu dirai loro: “Così parla il Signore…” (Ezechiele 3:27)